Rovigo dal 13 al 18 settembre ha acceso i riflettori sulla trasformazione urbana. Con RO-REgeneration il capoluogo polesano è diventato per una settimana “capitale della rigenerazione”: il festival, giunto alla sua seconda edizione, ha proposto un fitto calendario di incontri, dibattiti, laboratori, proiezioni, performance ed esperienze sensoriali

Il focus resta saldamente ancorato alla street art ma quest’anno ha aperto a varie contaminazioni come, ad esempio, l’“urbanismo tattico”, pratica sviluppatasi nell’ultimo decennio in Nord America e con la quale la comunità è chiamata da offrire soluzioni partecipate per migliorare la vivibilità dei quartieri, offrire spunti per i cosiddetti “vuoti urbani” e in generale contribuire al miglioramento della qualità della vita.

RO-REgeneration è comunque soprattutto (anche se non solo) street art, quindi murales e graffiti. Due gli interventi che l’edizione 2021 ha consegnato alla città: il barese Skolp con gli studenti degli istituti superiori ha realizzato un intervento collaborativo presso l’ex liceo classico Celio, edificio oggetto esso stesso di “rigenerazione”, oggi centro di eccellenza nella formazione digitale e sede dell’Urban Digital Center, mentre il torinese Fabio Petani ha regalato un’opera che omaggia il territorio polesano, in cui elementi naturali dell’ambiente locale (un ramo di arundo donax, pianta che cresce libera negli grandi spazi del Delta del Po) si fondono in un perfetto connubio di stile e colore con il Butylene Glycol, a collegare l’intervento al vicino stabilimento di Adria, primo sito al mondo a produrre bioetanolo direttamente dagli zuccheri.

 

 

FONDAZIONE ROVIGO CULTURA